Sistema informativo aziendale, l’invasione dei tablet

 Grazie al boom dell’iPad, i tablet sono entrati nelle abitudini quotidiane di una buona parte di noi. Ma cosa accade all’interno delle aziende italiane e internazionali? I tablet sono diventati di utilizzo comune o sono ancora una frontiera da conquistare?

Ebbene, secondo quanto sostiene Gartner, nota società di consulenza e di ricerca nel settore IT, il giro di affari complessivo che i tablet muoveranno nel corso dell’anno sarà pari a quasi 30 miliardi di dollari.

Si tratta di un volume incredibile, soprattutto se si ricorda quale fosse il giro di affari complessivo mosso dai tablet nel corso dell’ultimo esercizio: meno di 10 miliardi di dollari.

Artigianato: a rischio le aziende della Toscana

 La speranza è che si tratti di una tendenza momentanea e che presto la situazione verrà totalmente ribaltata dall’impegno quotidiano di quanti hanno fatto del lavoro la loro ragione di vita. In Toscana, quasi la metà delle aziende artigiane, quelle che realizzano prodotti fatti a mano con tecniche ancora originali, rischiano il collasso. Il mercato in questo senso è molto competitivo e tiene conto solo delle produzioni di una certa orioginalità e la crisi è alle porte.

Mense aziendali poco sicure? Peggiori le cucine di casa

 Dite la verità: anche se non siete particolarmente schizzinosi, quando vi trovate a mangiare fuori casa, al ristorante o alla mensa aziendale, sentite una sorta di momentanea apprensione legata al problema di non conoscere alla perfezione quali prodotti sono stati utilizzati per la preparazione, se sono genuini, se chi li ha cucinati ha lavorato al meglio in un ambiente idoneo e pulito e così via dicendo. Tuttavia, ricordate che spesso anche fra le quattro pareti domestiche dove si crede di portare il meglio del cibo e si cerca di realizzare pietanze che non facciano male, i rischi non mancano. Se poi la preoccupazione è insostenibile, forse è il caso di portare da casa qualcosa preparata con le vostre manine, ma ricordate: è più raro di quanto si possa pensare prendere delle allergie o infezioni in una mensa aziendale perchè oggi i controlli sono, in linea di massima, molto severi.

Gestione aziendale: in ripresa le spese per l’IT

 In tema di gestione aziendale, è facile notare come la spesa per i sistemi IT stia tornando lentamente a crescere, trainata dalle richieste di server e di componenti per il cloud computing.

A dedurre quanto sopra è l’analisi sui bilanci trimestrali delle principali società operanti nel settore, come IBM, che ha chiuso il primo trimestre dell’anno con dei ricavi in crescita di quasi 8 punti percentuali a quota 24,6 miliardi di dollari.

Come sopra anticipato, il merito andrebbe principalmente attribuito all’ottima performance del mercato dei server e dei servizi di cloud computing, oltre a una buona tenuta del segmento dei data center.

Donne ai vertici aziendali inclini al tradimento?

 La domanda è sempre la stessa e i due sessi se la pongono costantemente e ad ogni nuova fase della vita: è sicuro che a tradire siano di più gli uomini? Cambiano partner più facilmente anche le donne?Una discussione che, in realtà, non ha mai trovato delle conferme, almeno fino a quando l’indagine non ha cominciato ad interessare pure le aziende. Nonostante una sorta di atavica tradizione parli di maggiori infedeltà da parte dei maschietti, sembra che non sia proprio così per le donne imprenditrici tutte votate alla carriera.

Controllo aziendale e posta elettronica

 L’imprenditore a capo di una azienda non può chiaramente controllare tutto e per questo si avvale dell’aiuto di validi collaboratori con competenze specifiche a seconda del settore di impiego. I suoi poteri nei confronti delle persone che assume sono limitati e, comunque, non devono mai intralciare la privacy personale, ecco perchè non potrà avere accesso alla posta elettronica e dovrà attenersi strettamente a tale regola. Del resto, la segretezza della corrispondenza è tutelata nel nostro ordinamento dalla Carta Costituzionale.

Made in Italy: Giappone manda in tilt l’export

 Il Made in Italy esportato in Giappone è a rischio, dopo il terremoto che lo ha colpito e il conseguente tsunami.  Un Paese in ginocchio che sta trascinando con sè tantissimi altri Stati, compreso l’export del Belpaese. Più di mezzo miliardo di trasferimenti di prodotti alimentari potrebbero rimanere bloccati per una crisi economica di un luogo, il Sol Levante, che muoveva il mercato globale molto di più di quanto forse si pensasse. Proprio il Giappone, infatti, prima del terribile evento sismico, era diventato tra i piu’ importanti mercati di sbocco dei prodotti base della dieta mediterranea.A confermare questa situazione e ricordare quanto guadagno aziendale c’era dietro ad una operazione di marketing e produzione del genere, è stata la Coldireti.

Aziende confiscate per mafia: Sicilia al primo posto

Una piaga sociale che non si riesce a debellare e che anzi continua a moltiplicarsi, ma è innegabile che i risultati ci sono e, anzi, da anni ormai si combatte ad armi pari una organizzazione ben radicata nel territorio. Parliamo delle aziende in odor di mafia che, in realtà, non interessano soltanto la Sicilia ma un pò tutta Italia, anche se purtroppo proprio nella Trinacria si registrano tutt’ora numeri molto più alti che altrove.

Social network aziendali: il futuro delle imprese

 Qual è la funzione fondamentale di un social network? Tali soluzioni di scambio dati legati alla moderna tecnologia sono nati principalmente per velocizzare e rendere migliori i rapporti sociali virtuali tra utenti di tutto il mondo, ma alla fine nascondono potenzialità talmente incredibili da non mostrare praticamente confini. Oggi, infatti, dopo un paio di anni di assestamento in cui le imprese storcevano il naso e, anzi, ne bloccavano l’accesso ai dipendenti i quali finivano per distrarsi e non produrre più, nascono e si moltiplicano come funghi i social network aziendali. Elencarli sarebbe impossibile, anche perchè le strutture più grandi ne vantano alcuni direttamente personalizzati, ma quel che conta è aver capito che siamo entrati in una nuova era, positiva o meno, che è quella delle comunicazioni d’azienda in tempo reale con specifiche caratteristiche globali.

Reporting aziendale e scenario economico moderno

 I tempi cambiano e anche le realtà imprenditoriali si modificano come, del resto, è normale che sia: le strutture diventano assai grandi e complesse e, più che mai, diventa necessario un controllo deciso e concreto nelle varie aree, dove differenti sono le competenze e le mansioni. Dimensioni moltiplicate per le imprese e un ben più complesso scenario economico comportano a volte serie difficoltà di coordinamento interno per riuscire a raggiungere nel più breve tempo possibile, tutti gli obiettivi prescelti. Per un imprenditore a capo di una struttura, soprattutto se medio grande è indispensabile saper scegliere e per andare avanti nel migliore dei modi, tentando di restare a galla in un mercato che mostra sempre degli equilibri precari, non può contare soltanto sulle proprie forze e, spesso nemmeno solo su quelle dei propri dipendenti. Un aiuto esterno può fare la differenza soprattutto in un periodo di tempo medio lungo, quando tutte le altre aziende mostreranno dati stagnanti e chi riuscirà a farsi strada sarà solo il gruppo che avrà lavorato duramente e investito sul futuro. Ecco che nasce non tanto come scelta, ma praticamente come vera e propria esigenza il reporting aziendale, di natura periodica e costante. Una pratica che richiese assolutamente l’intervento di professionisti per poter cambiare il corso delle cose in ufficio.

Bilancio aziendale, Philips chiude trimestre con utili in calo

 Philips ha pubblicato i dati sul bilancio aziendale, in riferimento all’andamento economico finanziario della società per quanto concerne i primi tre mesi del nuovo anno, periodo che si è chiuso – anticipiamo – con dei dati che hanno deluso la maggioranza degli analisti.

Partendo dal basso del conto economico di periodo riscontriamo infatti un utile netto pari a 138 milioni di euro, in flessione di circa 32 punti percentuali rispetto all’utile netto conseguito nello stesso periodo dell’anno precedente.

Dall’altra parte del conto economico, invece, i ricavi mostrano un aumento pari a oltre 6 punti percentuali, collocandosi sulla soglia dei 5,26 miliardi di euro.

Contratti aziendali ai 50enni e non ai giovani

 Se la crisi economica ha peggiorato la situazione e gettato nello sconforto milioni di giovani, è pur vero che le aziende sono ancora meno disposte a rischiare. Perchè assumere un ragazzo con poca esperienza con il quale si deve perdere del tempo per insegnargli a svolgere bene la propria mansione e non scegliere una persona più matura, magari un cinquantenne che sa già dove mettere le mani? Dopo i controlli di rito, per verificare come mai l’aspirante lavoratore non si trova più nella precedente ditta, sembra che adesso sia il momento della rivincità di chi è più maturo a discapito di chi ancora deve costruirsi una vita.

Aziende e tutela made in Italy: attenzione alla mozzarella di bufala

 Volete assaggiare una mozzarella di bufala, lavorata in una azienda seria che utilizza per la preparazione tecniche tradizionale e sicure? Allora dovete cercare un prodotto a marchio DOP, che riconoscerete anche per il prezzo. Attenzione, quindi, a non fidarvi di certificazioni super scontate, un alimento così particolare se di origine protetta non costa meno di nove euro al chilo. Questo è quanto è stato stabilito dal Consiglio di amministrazione del Consorzio di Tutela. Per garantire a chi acquista una mozzarella ottima e trasparenza sui prezzi.

Bilancio sostenibile, i benefici sul territorio generati dal gruppo Hera

 Hera ha pubblicato il proprio Bilancio sostenibile per quanto concerne le attività svolte durante il 2010. Dal documento emergono gli interventi compiuti dal gruppo per il territorio locale, e in particolar modo le iniziative compiute all’interno della regione Emilia Romagna.

Il Bilancio di sostenibilità 2010 riferisce infatti di un miliardo e 600 milioni di euro di ricaduta economica su tutto il territorio servito dal gruppo, con un incremento che in termini proporzionali è pari a 1,5 punti percentuali rispetto a quanto agito nel 2009.

In particolare, Hera ricorda come circa la metà delle ricadute, pari a oltre 800 milioni di euro, siano state ridistribuite tra azionisti, lavoratori, pubblica amministrazione, comunità locale e azienda, il 10% ai soci pubblici e privati e il 15% in imposte, tasse e canoni.