Artigianato: a rischio le aziende della Toscana

di La redazione Commenta

 La speranza è che si tratti di una tendenza momentanea e che presto la situazione verrà totalmente ribaltata dall’impegno quotidiano di quanti hanno fatto del lavoro la loro ragione di vita. In Toscana, quasi la metà delle aziende artigiane, quelle che realizzano prodotti fatti a mano con tecniche ancora originali, rischiano il collasso. Il mercato in questo senso è molto competitivo e tiene conto solo delle produzioni di una certa orioginalità e la crisi è alle porte.

E’ chiaro che sono le piccole e medie imprese a pagare il prezzo più alto, tanto da far pensare che ciò che deve cambiare è un pò il modello imprenditoriale. A confermare tale andamento negativo e certo bisognoso di aiuti e agevolazioni per evitare il fallimento, è stato recentemente l’Osservatorio Regionale dell’artigianato, che ha presentato i risultati di un’indagine sui modelli che le imprese devono intraprendere per invertire la rotta. Un controllo aziendale interno ed una corretta gestione, in questo senso, sono le uniche vie di fuga da un problema che rischia di diventare insormontabile. Il segreto, poi, è quello di rendersi appetibili sul mercato internazionale che è quello che decreta il successo, il buon nome e la lunga scalata di una impresa.

Bisogna, però, muoversi molto in fretta perchè si tratta di un vero e proprio allarme: il 47,6% delle aziende artigiane toscane ha intrapreso un percorso già quasi di non ritorno. Resteranno a galla soltanto le strutture che sapranno rinnovarsi ed adeguarsi alla continua evoluzione del mercato contemporaneo dove diventa noto chi ha l’idea più originale e non si confonde con la massa. Come ha confermato, Roberto Nardi, vicepresidente di Unioncamere Toscana:  ‘‘L’artigiano per sua definizione e’ un soggetto che racchiude tutte le componenti: capitale, forza lavoro, management. Questa e’ una dimensione sempre piu’ asfittica”. Ecco, quindi, che se parliamo del 2010, l’anno si e’ chiuso on un dato sul fatturato negativo per tutti i settori dell’artigianato (-6,2%) e della microimpresa non artigiana (-4,6 %).

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