Se una volta i cittadini erano piuttosto ignoranti in tema di innovazione e contenuti digitali, nel giro di una manciata di anni le cose sono cambiate. Abituati ad osservare interessanti geometrie multimediali hanno acquisito un ottimo gusto e la pretesa che ogni impresa possa offrire sempre di meglio, in questo senso. Voi stessi, quando vi ritrovate ad un convegno o ad un incontro pubblicitario, quanto ci rimanete male se vi forniscono i contenuti esclusivamente su formato cartaceo e un relatore parla solo con l’aiuto di una classica lavagna per gli schemi? Oggi tutto deve muoversi velocemente, seguire la tendenza del digitale, ma la crisi economica ha di fatto bloccato un processo che era in continuo divenire, anche se i clienti, i normali fruitori, non sembrano volere sentire ragioni.
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Buoni pasto: il no delle aziende
Tempi duri per i dipendenti che a fine mese oltre allo stipendio ricevono anche i ticket da utilizzare al ristorante nella pausa pranzo. Se è vero che una buona percentuale di lavoratori, in tempi di crisi, preferisce portare da casa il pasto e usare i buoni pasto per la spesa familiare, è altrettanto sicuro che tra commissioni alte e ritardi nei pagamenti, gli esercizi commerciali cominciano a dire no. Di conseguenza il braccio di ferro tra il settore della ristorazione e le aziende che li forniscono sta diventando un problema insostenibile. Bisognerebbe forse pensare ad un sistema di pagamento alternativo, magari sullo stipendio? In molti sperano che piuttosto che togliere del tutto questo piccolo privilegio, si possa trovare un giusto compromesso valido per tutti.
Noleggio o leasing? il dubbio delle aziende
Il dilemma è sempre lo stesso e nonostante sembri facile da risolvere, questo è un problema piuttosto annoso per tutte le aziende, indipendentemente dalle esigenze. Leasing o noleggio? L’imperativo, comunque, è uno solo: risparmiare. Un periodo di crisi economica ancora presente, seguito all’arrivo per il nostro Paese dell’euro hanno creato parecchio scompigli e non è facile venirne fuori per nessuna impresa. Le finanze sono diminuite e anche chi economicamente sta bene deve stare attendo e fa comunque i conti con una serie di limitazioni di mercato.
Aziende: mangiare sano in ufficio
L’obesità, le troppe ore in ufficio trascorse seduti senza poter smaltire i grassi assunti durante il pasto principale e soprattutto il cibo scelto quando si è fuori casa, costituiscono un problema tutt’altro che secondario, di quelli che necessitano un controllo serio e continuo. Ecco perchè nasce Food, l’acronimo di Fighting Obesity through Offer and Demand, la nuova campagna presentata al Parlamento europeo per combattere l’obesità a favore di un’alimentazione decisamente più equilibrata.
Impianti Fotovoltaici in Sicilia e orologi che corrono
La colpa potrebbe essere degli impianti fotovoltaici e, anzi, man mano che passano le ore gli studiosi ne sono sempre più certi. Le aziende che si occupano del settore, quindi, hanno tutte gli occhi puntati sullo stranissimo fenomeno che da una settimana interessa la Sicilia, soprattutto la zona di Catania. Sembra, infatti, che gli orologi vivano di una strana autonomia e che “decidano” all’improvviso di spostarsi di quindici o venti minuti. In un primo tempo si pensava all’Etna, ma dato che questo tipo di energie alternative, non sempre vanta una precisa regolazione, in rari casi potrebbe anche dare vita a fenomeni elettromagnetici di una certa rilevanza.
Scuola di impresa: a Palermo porte aperte per 2000 ragazzi
Un impreditore non diventa una persona di successo per pura fortuna o esclusivamente per interessanti intuizioni: come in ogni cosa, infatti, dietro c’è uno studio profondo e continuo che, a lungo andare paga e regala alti guadagni. Ecco perchè le tecniche per mantenere viva e vitale una azienda, i giovani dovrebbero impararle sin da ragazzi e dagli anni della scuola. A Palermo, infatti, parte il primo progetto di questo tipo e 2000 studenti protranno prendere parte ad una manifestazione davvero unica nel suo genere quanto estremamente utile.
Imprese e lavoro: diminuisce la disoccupazione?
Sembra che il mese scorso sia stato piuttosto felice per chi è in cerca di una occupazione o teme di perdere quella che ha. A guidare questa tendenza positiva, però, è la Svizzera e le aree al confine con una sensibile diminuzione di coloro che non hanno un lavoro. Ad essere tenuto sotto stretta osservazione è stato maggio, in cui la maggior parte dei cantoni latini, Ticino in testa, hanno guidato una classifica ben notevole con punte in eccellente calo rispetto alla media nazionale.
Batterio killer: le imprese denunciano 150 milioni di danni
E’ una congiura contro il benessere delle aziende: nel momento in cui sembrano riprendersi, arriva sempre un imprevisto a peggiorare la situazione. Ecco che se la crisi economica sembrava alle spalle adesso arriva il batterio killer, a creare grossi danni alle imprese che si occupano del settore ortofrutticolo. Nei giorni scorsi si parlava di cetrioli pericolosi per l’infezione, poi si è passati ai germogli di soia e mentre in Germania, vero centro del problema, si alternano novità su abbassamento del contagio e altre morti sospette, le perdite si fanno sentire.
Piccole imprese: la guerra del Made in Italy
Il Belpaese è probabilmente come pochi Paesi al mondo, una riserva quasi inesauribile di alimenti tipici e difficili di riprodurre senza i prodotti specifici delle nostre terre, per questo il Made in Italy va assolutamente difeso a tutti i costi. Tutti ci citano anche all’estero e le lodi si sprecano, ma questo non fa altro che fornire ad altri Stati l’idea di copiare le eccellenze peculiari. Per tentare di preservare quanto più possibile, quello che davvero nasce nello Stivale, nelle scorse ore a Milano circa 150 industriali hanno dato vita a «Reparto Produzione» un’associazione a tutela del vero Made in Italy. Sotto questo nome, quindi, vengono raggruppate le imprese che si occupano di tutte le fasi dalla raccolta e reperimento alla lavorazione di ciò che poi viene portato in tavola.
Aziende Sardegna e frodi alimentari
Terra di sole e di mare e, purtroppo, pure di frodi alimentari. La Sardegna lo scorso anno di certo non si è fatta notare soltanto per il suo paradiso naturalistico. Sono circa 140 le aziende agroalimentari delle 1346 controllate risultate in qualche modo irregolari. Ben l’11 per cento delle strutture in pratica secondo quanto comunicato nelle scorse ore dall’ispettorato centrale della tutela della qualita’ e repressione frodi di prodotti alimentari (Icqrf).Quest’ultimo è un organo del ministero delle Politiche agricole che garantisce la corretta commercializzazione dei prodotti con una sede proprio a Sassari. Non che si tratti di un fenomeno isolato e relegato solo all’isola, però è chiaro che un risultato in negativo così fa scalpore.
Energie rinnovabili: le aziende investono
Le energie rinnovabili, finalmente, potrebbero avere un futuro roseo e dopo anni di indecisione cominciano a muoversi spiragli di investimenti. Se i costi restano elevati, con il tempo si riesce ad ammortizzare la spesa e in più, dato da non sottovalutare, si rispetta anche l’ambiente ottenendo i medesimi risultati. A cominciare dai cittadini, attenti al loro futuro e a quello dei figli e interessati a queste potenzialità dal carattere inesauribile. Capita sempre più spesso, quindi, di vedere sui tetti degli impianti fotovoltaici per la produzione e il consumo in proprio di energia elettrica.
Azienda agricola tedesca causa del proliferare del batterio killer?
La paura cresce in gran parte del globo e di fronte al panico, giustificato o esagerato, l’Italia è sempre in prima linea. I cetrioli killer sono snobbati, anche se adesso sembra che pericolosi siano solo i germogli di soia. In effetti si sta cercando in tutti i modi possibili di scoprire almeno come fermare il batterio killer e meglio ancora da dove si partito quello che sta diventando un problema di dimensioni sempre più vaste. La causa della diffusione del batterio E.coli potrebbe essere legata ad una azienda tedesca, della Bassa Sassonia.
Imprese in rosa: bene in Toscana, Lazio e Puglia

Tasse imprese troppo alte: va meglio in Spagna
Le aziende oggi più che mai rischiano il collasso anche a causa di tasse troppo alte: in Italia da questo punto di vista i costi sono esagerati, al contrario di quanto avviene ad esempio in Spagna. I guardagni infatti, vanno riversati con una tassazione effettiva complessiva al 58% dell’imponibile. Nel Paese iberico, invece, parliamo al massimo del 29 per cento. Lo conferma Confindustria che tenta da tempo di richiedere che la legge in materia cambi. Il fisco, infatti, non da tregua a chi pur lavorando onestamente ha scelto il Belpaese per i propri affari.