Mense aziendali: meno carne e più uova bio

di La redazione Commenta

 Da tempo si cerca di inserire dei prodotti più sani e genuini nei pasti delle mense aziendali, ma fino ad oggi i risultati sembrano piuttosto scarsi ed, inoltre, non tutti gli uffici adottano scelte che li portano alla preferenza di cibo davvero legato alla nostra tradizione e non carico di grassi. Il risultato è che, oltre ad ingrassare e a lungo andare accusare disturbi, i dipendenti si appesantiscono troppo e il ritorno al lavoro appare traumatico. Al momento, sembra farsi strada una nuova opzione, che sarebbe quella di introdurre meno carne e più uova bio soprattutto nelle strutture legate alla pubblica amministrazione. Si tratta del “Piano d’azione per la sostenibilità ambientale sui consumi della PA”, con cui  il ministero dell’Ambiente promuove un menu più vegetariano. In tal modo, accoglie anche le richieste della LAV, la Lega Antivivisezione che da tempo chiedeva maggior rispetto per il benessere animale, pure per limitare l’impatto ambientale prodotto dagli allevamenti intensivi. Il documento dovrà essere tradotto in un decreto ministeriale nelle prossime settimane.

Il tutto, ovviamente, seguendo alla lettera le direttive europee e rispettando i criteri legati alla scelta di bene e servizi che non danneggino in alcun modo la natura. Si presterà attenzione, quindi, anche agli incarti oltre che ai prodotti alimentari, tanto per cominciare ma l’elenco è piuttosto lungo. Le società erogatrici dei servizi, dal canto loro, avranno l’obbligo di fornire informazioni su alimentazione, salute e ambiente e ridurre i consumi di carne, pure per limitare l’impatto ambientale che l’allevamento animale causa. Le uova, invece, devono provenire da agricoltura biologica e la quota di uova non bio deve essere acquistata da allevamenti all’aperto. Mai più, quindi, la scelta di quelle provenienti da galline allevate in gabbia, in applicazione alla Direttiva europea 74/1999, che vieta una pratica che fa soffrire gli animali.

Le ditte che rispetteranno tali criteri si aggiudicheranno maggiori punteggi nelle gare di appalto per l’assegnazione di servizi di ristorazione e di fornitura di prodotti alimentari. Molto contente Roberta Bartocci e Paola Segurini del settore Vegetarismo della Lavle quali hanno detto: “I nostri suggerimenti sono stati accolti e questo per noi rappresenta un notevole riconoscimento. Il documento del ministero è un importante strumento per favorire l’adozione di menu vegetariani nella ristorazione collettiva”.

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