Istat: nelle aziende raddoppiano i posti vacanti

di La redazione Commenta

 Se la mancanza di lavoro è un problema che affligge gli italiani da sempre, peggio ancora negli ultimi anni con l’arrivo della crisi economica, ultimamente un altro fantasma fa capolino all’orizzonte: i posti vacanti. Si perchè per moltissime mansioni oggi non è più possibile ottenere “raccomandazioni” visto che servono titoli di studio particolari e, soprattutto, lunghi anni di esperienza. La professionalità è tutto quasi sempre e non ci si può permettere di assumere personale non qualificato, con il risultato che in molti restano a casa e le aziende cercano lavoratori invano. Questo problema è stato evidenziato, negli ultimi tempi, dall’Istat con delle stime provvisorie, relative al quarto trimestre del 2010. Il tasso dei posti vacanti nelle imprese è stato calcolato nelle strutture con almeno 10 dipendenti dell’industria e dei servizi privati, a esclusione di quelli sociali e personali.

Sempre secondo quanto confermato dall’Istat i numeri sono pari allo 0,6%, in aumento dello 0,1% del quarto trimestre del 2009. Nell’industria il tasso di posti vacanti è allo 0,5% (un anno prima era allo 0,3%), mentre nei servizi è allo 0,7% (dodici mesi prima era allo 0,5%).

Insomma, se parliamo di industria i posti vacanti sono aumentati significativamente in una manciata di settimane, visto che in un anno parliamo dello 0,2% sia nelle attività manifatturiere che nelle costruzioni. Queste ultime risultato, tra l’altro le attività industriali con il più alto tasso di scrivanie vuote: 0,5%. E’ diminuita, poi, dello 0,5% la mancanza di personale nelle attività di fornitura di acqua, reti fognarie, gestione dei rifiuti e risanamento. Ancora, nel terziario, il maggiore aumento tendenziale è stato dello 0,4% nel commercio e riparazioni e, infine, l’attività economica che ha tasso di ricerca figure professionali nullo è l’estrazioni di minerali ma le cifre potrebbero subire velocemente dei profondi cambiamenti. Un dato certo curioso in una Italia dove i giovani studiano, si specializzano e poi sono costretti a svolgere attività ben diverse dalle loro, esistono ancora dei “posti” dove non sarebbe così difficile inserirsi.

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