Aziende in Giappone in crisi: parte l’effetto domino

Il Giappone sembra essere veramente in ginocchio, una situazione che non si ripeteva dalla Seconda Guerra Mondiale. Lo yen sempre più forte a fronte di una diminuzione industriale pesante e dovuta al terribile terremoto dell’11 marzo scorso, portano l’intero Paese a rischio recessione. La crisi aziendale c’è e si fa sentire e se dovessero avverarsi le negative previsioni, scatterebbe un effetto domino pericoloso. Soprattutto nel settore fotografico e ancora di più, automobilistico, infatti, lo Stato del Sol Levante si trova ad essere ancora leader e spesso l’unico produttore mondiale o quasi, di sofisticati pezzi di ricambio. Microchip e schede minuscole trovavano qui il loro centro maggiore per poi essere esportare all’estero. In alcuni casi, le fabbriche chiuse bloccano di fatto la lavorazione di interi stabilimenti in Europa e in America.

Giappone, aziende automobilistiche bloccate da un microchip

 Le aziende automotive giapponesi, purtroppo, sono pronte loro malgrado ad incassare un altro duro colpo che potrebbe ritardare anche di molto la produzione. A registrare problemi con conseguenti disagi per le imprese che vi si affidano costantemente, è la Renesas Electronics, il più grande produttore al mondo di microcontroller automotive, cioè dei cervelli elettronici che controllano i sistemi di milioni di veicoli costruiti dalle grandi case automobilistiche. Quest’ultima a seguito del devastante terremoto dello scorso 11 marzo, con conseguente tsunami ha preso delle decisioni drastiche in merito alla sua organizzazione interna. Sposterà a breve la produzione da un impianto distrutto dal sisma al altre due fabbriche e questo causerà un ritardo ulteriore, lungo anche mesi, nella spedizione dei componenti. Un problema che interessa, ovviamente, non soltanto il Paese del Sol Levante ma praticamente tutto il mondo.

Aziende: c’è pessimismo dopo il terremoto in Giappone

 I problemi maggiori ovviamente riguardano direttamente il Paese interessato, ma un pò in tutto il globo una sorta di motivato sconforto ha colpito a seguito del terremoto dello scorso 11 marzo in Giappone, con conseguente tsunami estremamente potente e distruttivo. Mentre tutti tremano per le acque vicino a Fukushima altamente radioattive e si interrogano sul futuro delle centrali nucleari, molte imprese non riescono a riprendere la propria produzione e se lo fanno solo altamente limitate. Questo comporta rallentamenti eccessivi ovunque, anche perchè soprattutto nel settore tecnologico e automobilistico, la gran parte dei pezzi più piccoli venivano proprio esclusivamente dal Paese del Sol Levante.

Istat: migliorano i risultati delle aziende

La ripresa è timida ma innegabile: sembra che nel 2010, in barba alla crisi economica che non si capisce bene a quale stadio del suo progradire sia giunta, le aziende abbiano migliorato leggermente i loro profitti. I dati sono stati raccolti dall’Istat, la quale ha confermato la tendenza positiva, che si spera e si pensa possa proseguire con stime ancora più positive per tutto il 2011. I cambiamenti in meglio, riguardano una fetta di mercato molto vasta.  Si va, infatti, dai liberi professionisti, alle società di persone e di capitale, fino ad arrivare alle imprese individuali. Sono state prese in esame, però, le aziende con oltre 5 dipendenti che si occupano di settori diversi, rispetto a quello finanziario.

Social media: nuova strategia di marketing delle aziende

 Il marketing del futuro nelle aziende ha un solo nome: social media, soprattutto in questi mesi in cui, ancora più del solito, si assiste al passaggio del business online e ad uno sviluppo ancora maggiore di siti e blog aziendali. La gara a chi li aggiorna più spesso o li arricchisce di validi contenuti, quindi, deve essere supportata da strumenti che permettano di rendere noto piuttosto velocemente il reale valore di una impresa e di permettere allo staff  interno di raggiungere i propri obiettivi nel più breve tempo possibile. Ancora di più se è intenzione dell’imprenditore rimanere in testa sul mercato e far crescere non solo il proprio utile ma anche il buon nome della struttura stessa.

Aziende: settore telefonini e computer in crisi

 Il problema è sempre lo stesso: il terremoto in Giappone sta trascinando con sè, in un baratro, l’economia già traballante di gran parte del mondo. In un periodo in cui si fatica a risalire dopo la crisi recente, nessuno aveva tenuto conto della possibilità che una calamità naturale potesse causare un ulteriore disastro. Le imprese nel Paese non riescono a riprendere a pieno ritmo la produzione e mancano le materie prime per dei pezzi che si producevano quasi esclusvamente nel Sol Levante. Risultato? Adesso anche il settore dei telefonini è in crisi, dopo quello automobilistico.

Giappone: riapre la Honda

 Nonostante i livelli di radioattività molto alta in mare, preoccupino il mondo intero, il Giappone prova piano piano a ritornare alla normalità dopo quel terribile 11 marzo che ha cancellato una immagine di produttività perfetta e di uno stile di vita invidiabile. Le aziende devono riaprire, soprattutto quelle di respiro internazionale per evitare che collassino interi sistemi a livello internazionale, come il settore delle auto o quello della tecnologia, per citare i più importanti. Ecco, quindi, che la Honda prova ad aprire e a riprendere l’attività quotidiana nella speranza di non dover chiudere ancora.

Apple aiuta le aziende in difficoltà

Il titolo ovviamente è provocatorio e la Apple non sarà in grado di aiutare tutte le aziende in difficoltà, altrimenti ci vorrebbe tempo e denaro a dismisura, ma una piccola grande azione la sta facendo già per venire incontro alle imprese del Giappone vittime del tremendo terremoto dell’11 marzo scorso. Se a livello mondiale, ha rimandato il lancio del suo nuovo tablet nel Paese nipponico proprio per i problemi attuali, sempre più gravi, si prodiga ad aiutare i suoi fornitori. E’ chiaro che non si tratta solo di una mossa caritatevole, ma ovviamente ci sono grandi interessi di mezzo perchè come in moltissimi altri ambiti, soprattutto in quello tecnologico il dramma giapponese sta pesando incredibilmente. Una serie di  piccoli pezzi, infatti, venivano costruiti soltanto negli stabilimenti nei pressi delle centrali nucleari adesso in avaria e, quindi, con i cancelli sono serrati. E’ difficile, inoltre, prevedere quando potranno riprendere a lavorare a pieno ritmo, anche perchè mancano quasi del tutto le materie prime.

Aziende automobilistiche: mercato in crisi dopo terremoto Giappone

 Meno trenta per cento di vendite: il mercato delle auto è in crisi e il motivo principale è legato a quel terribile terremoto in Giappone che l’11 marzo ha sconvolto non soltanto l’area di Tokyo, ma un pò tutto il mondo. Se i morti e la distruzione sono ancora incalcolabili, con la paura costante delle radiazioni, non si può non gettare un occhio pure ai danni materiali che in una angosciante reazione a catena stanno intaccando vari settori, a partire da quelli dela tecnologia e delle auto. Un  numero parecchio inferiore di immatricolazioni e una flessione per la produzione, quindi, con dati che adesso sono a due cifre, ma potrebbero causare una vera catastrofe economica, se non si riuscirà ad intervenire subito. Gli stabilimenti restano chiusi, le vernici metallizzate non vengono prodotte, gli operai vengono allontanati dall’area di lavoro per preservare la loro salute dopo l’avaria delle centrali nucleari: insomma al momento la via di uscita dalla situazione sembra lontana.

Giappone: quasi finite scorte di vernici metallizzate

 Un terremoto si porta dietro non solo morte e distruzione, ma anche uno stravolgimento totale dell’economia interna che può causare pesanti ricadute a lungo termine. In Giappone, poi, dove si poggiava gran parte della produzione di oggetti tecnologici, quasi tutti realizzati solo dalle parti di Tokyo, il problema è molto serio e sta già coinvolgendo il mondo intero. Se stabilimenti legati a Canon, Sony, Panasonic e Nikon stentano a riprendere la produzione, adesso un altro fantasma si avvicina a grandi passi all’orizzonte: stanno per finire le scorte di vernici metallizzate. Sembra un problema da nulla e, invece, si tratta di un vero disastro, perchè  se non verranno riaperte in tempi bravissimi queste aziende, tutta l’industria automobilistica ne risentirà.

Regalistica aziendale: dalla Russia la Usb usa e getta

Il settore della regalistica aziendale, oggi, non ha praticamente confini. Se da un lato, infatti, si vuole risparmiare a fronte dell’ancora presente crisi economica, dall’altra, invece, si vogliono stupire dipendenti e anche clienti. In questo modo viene proposto alle imprese ogni tipo di gadget, anche il più stravagante e per queste ultime l’unico elemento indispensabile è che sia originale e, possibilmente, non ancora arrivato sul mercato. Se le strutture nel Belpaese, qualche volta hanno il braccino corto e acquistano prodotti economici, all’estero stupire è un must: ne vale l’immagine della ditta stessa.

Le imprese italiane in aiuto del Giappone

 Il Giappone era il fulcro dell’economia mondiale a livello soprattutto di fotografia e tecnologia, nonchè riguardo al settore delle auto. In questo momento, basti pensare che quasi tutti gli stabilimenti in questione sono chiusi e il globo è in crisi. Piccoli pezzi sono introvabili e venivano prodotti solo in tale tratto di Asia, che si spera possa riprendersi presto, visto che con il terremoto ha già pagato troppo in termini economici e, ancora più, di vittime. A tentare di aiutare il Giappone in questo difficile momento, ci pensano le aziende italiane che ne intrattengono da tempo affari. Queste ultime, incontreranno il prossimo 5 aprile alla Farnesina il governo per discutere di una raccolta di risorse da destinare al Paese. Ad annunciarlo, nelle scorse ore, è stato proprio il sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi presso Palazzo Chigi nel corso di una conferenza stampa.

Aziende di tutto il mondo in crisi dopo terremoto Giappone

Chi crede ancora che il terremoto dello scorso 11 marzo in Giappone e il conseguente tsunami, abbiano causato dei gravi danni soltanto al Paese del Sol Levante, si sbaglia di grosso. L’onda anomala che ha messo fuori uso e in pericolo le centrali nucleari, sta paralizzando mezzo mondo, soprattutto nel settore fotografico e automobilistico. A partire dalla General Motors in Louisiana, che ha già tagliato di un quarto lo stipendio ai suoi dipendenti. Si passa, poi, a Peugeot e Citroen che non possono al momento realizzare i motori diesel perché manca un pezzo prodotto in Giappone che non arriverà a breve. La Toyota, poi, primo produttore al mondo di automobili, vive il momento più buio della sua esistenza.