Aziende: c’è pessimismo dopo il terremoto in Giappone

di La redazione Commenta

 I problemi maggiori ovviamente riguardano direttamente il Paese interessato, ma un pò in tutto il globo una sorta di motivato sconforto ha colpito a seguito del terremoto dello scorso 11 marzo in Giappone, con conseguente tsunami estremamente potente e distruttivo. Mentre tutti tremano per le acque vicino a Fukushima altamente radioattive e si interrogano sul futuro delle centrali nucleari, molte imprese non riescono a riprendere la propria produzione e se lo fanno solo altamente limitate. Questo comporta rallentamenti eccessivi ovunque, anche perchè soprattutto nel settore tecnologico e automobilistico, la gran parte dei pezzi più piccoli venivano proprio esclusivamente dal Paese del Sol Levante.

A pagare le conseguenze di tale stato quasi depressivo sono anche le grandi strutture manifatturiere che in Giappone sanno già che nei prossimi mesi pagheranno molto caro l’evento catastrofico che questo marzo ha portato. Si contano ancora i danni, le ricostruzioni saranno lente e nella catena di montaggio che interessa tutte queste grandi imprese, è molto difficile riuscire a repererire le materie prime necessarie a continuare la produzione. In più, la corrente elettrica non è ancora continua e si ricomincia a lavorare davvero tra mille problemi.

Dello scoraggiamento generale che sta coinvolgendo gran parte del mondo, ha parlato nelle scorse ore anche la banca del Giappone (BoJ) in un supplemento alla sua indagine trimestrale ‘Tankan’ di marzo, sugli indicatore degli andamenti dell’economia giapponese. Dopo un attento monitoraggio ha pubblicato i dati che confermano una pesante flessione della fiducia delle più importanti aziende nipponiche. Si è assistito ad una diminuzione in tal senso, di due punti riguardo alle prospettive per il trimestre da aprile a giugno, dopo il sisma e lo tsunami che hanno devastato il nord-est del Paese. Prima del terremoto, invece, tutto era diverso e le società avevano fatto registrare un +3 di fiducia. Una tendenza locale e generale che, ovviamente, va combattuta con ogni mezzo per lavorare verso un ritorno della normalità.

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