L’Italia è uno tra i Paesi più evoluti al mondo, ma se si confronta la sua realtà economico-aziendale, ci si rende conto che troppe sono ancora le cose da fare. All’estero, per esempio, nelle altre grandi capitali europee le cose si muovono diversamente, anche rispetto a città industrialmente avanti come Roma e, soprattutto, Milano. Un esempio su tutti? Gli asili nido aziendali, che da noi rappresentano un fenomeno circoscritto e neppure tanto in crescita. Quelle rare volte che le grandi aziende provano a realizzarne uno, c’è proprio da festeggiare e si tratta di un evento assolutamente raro. Fuori dai confini nazionali non è così e le mamme non vengono lasciate sole, ma anzi aiutate a lavorare con più serenità con il loro bimbo accanto.
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Organizzazione aziendale, andare al lavoro con i figli
Andare a lavoro con i figli non è più una rarità, anche all’interno delle società italiane, cronicamente più attardate, in questo ambito, rispetto alle loro colleghe o concorrenti di respiro internazionale, americane in testa. Eppure qualcosa sta cambiando anche in tale scenario, aprendo possibilità alla crescita e al miglioramento della qualità della vita e del lavoro nelle organizzazioni aziendali della Penisola.
Al fine di migliorare il rapporto tra la famiglia e la sfera professionale, abbattendo delle barriere che spesso separano la vita privata da quella lavorativa in maniera irreparabile, numerose aziende stanno sperimentando la possibilità di aprire i posti di lavoro ai familiare e, in particolar modo, ai figli, migliorando in tal modo anche la conoscenza dei dipendenti.
Apple sul podio delle aziende più importanti al mondo, batte Google
Non ci era ancora riuscito nessuno o quasi ad appannare il nome di respiro mondiale di google, ma adesso il potere aziendale di Apple è cresciuto in modo così esponenziale che finalmente ha conquistato il podio. Diventa, quindi, attualmente il marchio di maggior valore su scala mondiale. Un dettaglio non da sottovalutare, visto che da quattro anni, la fama dei motori di ricerca era praticamente incontrastata. Il risultato è giunto a seguito di uno studio dell’agenzia di marchi globali Millward Brown.
Fotovoltaico: presto potrebbe fare risparmiare
Le aziende del settore fremono: già nel 2014 le cose potrebbero cambiare per il fotovoltaico e senza incentivi, potrebbe comunque essere particolarmente conveniente produrrre elettricità in casa. Se oggi già a partire dall’acquisto e dal montaggio, bisogna sborsare parecchi soldi e solo nel lungo termine si possono ammortizzare le spese, fra una manciata di mesi potrebbe costare meno tale operazione che comprare elettricità dalla rete. Se parliamo però di impianti molto più grandi del normale, una tale eventualità si potrà verificare almeno fra un paio di anni. Un dato ancora più certo soprattutto nell’Italia meridionale.
Aziende e giovani laureati: solo il 66% è occupato
Una laurea con il massimo dei voti e una carriera folgorante davanti: si pensa sempre in grande per i propri figli e poi ci si accorge che sono in casa a guardare la tv depressi perchè non trovano lavoro. Dopo una vita di sacrifici, tra l’altro, non di rado ci si accorge che chi ha una quantità inferiore di titoli ma con il tempo è riuscito a crearsi una attività, vive molto meglio. Insomma terminare gli studi con successo, non sempre garantisce un impiego ed, infatti, solo poco più della metà dei giovani riesce ad entrare in una azienda medio grande e a rincorrere il proprio sogno lavorativo. Il resto, invece, resta smarrito e non sa come muoversi.
Imprese artigiane: cresce il fatturato
Se la crisi economica sembra allontanarsi via via per lasciare il posto ad una situazione di relativa tranquillità, a far sentire che non è tutta una illusione ci pensano i dati più confortanti del settore industriale e, ancora di più, di quello artigianale. A guidare una tendenza che comincia ad investire tutto lo stivale, ci pensa la Brianza con le piccole imprese. In una manciata di mesi, sono aumentati: produzione, fatturato, ordini e anche l’occupazione, a differenza di quanto avviene in moltissimi altri settori.
Lavoro: il futuro è nell’agricoltura
L’agricoltura potrebbe essere un importante trampolino di lancio per i giovani nel prossimo futuro: insomma, si tornerà un pò indietro nel tempo come quando i nostri nonni costruivano la propria famiglia e riuscivano a mantenerla benissimo, anche con molti figli, grazie al lavoro della terra. Ovviamente i tempi sono cambiati, ma tutt’oggi sono circa 250.000 i posti di lavoro creati dai campi italiani in una decina di anni. In più, sempre in tema di numeri ci sono oltre 28.000 nuove imprese agricole nate con con 4 miliardi di euro di investimenti.
Le aziende del futuro? Punteranno sull’Africa
Sono da sempre stati considerati Paesi poveri, in qualche caso in via di sviluppo e sicuramente meno industrialmente competitivi di noi, eppure oggi complice anche la serie di rivolte che sono scoppiate quest’inverno, molte aree dell’Africa stanno diventando il luogo ideale dove investire. I settori scelti dagli imprenditori e tenuti d’occhio costantemente sono tanti dalle telecomunicazioni, alle infrastrutture, all’energia, al petrolio. L’economia in questo senso è in forte crescita, una necessità oltre che un fattore positivo che porta a soddisfare i bisogni di oltre un miliardo di persone.
Giappone: ancora in crisi il settore dell’auto
Ancora problemi in Giappone, dopo il terremoto che l’ha messo veramente a dura prova lo scorso 11 marzo 2011. Il disagio più grande, come è noto, è stato causato dallo tsunami successivo all’onda sismica e da allora molti stabilimenti che si trovavano dalle parti dell’area colpita a Fukushima, sono bloccati. Qui sorgevano le sedi principali dei maggiori brand di tutto il mondo, soprattutto nel settore fotografio e, ancora di più, automobilistico. In più, parecchie industrie producevano per entrambi i campi, i piccoli pezzi di ricambio che ora mancano e la produzione non può proseguire. Già, perché il Paese del Sol Levante in questo senso era l’unico che era in grado di dare vita a minuscoli componenti per il corretto funzionamento di sofisticati dispositivi e, adesso, non si può fare altro che attendere che qualcosa si muova. Intanto, il giro di miliardi intorno alla vendita di vetture giapponesi, è quasi bloccato.
Aziende: difficile trovare dipendenti
Sembra un controsenso, in un periodo in cui molti lavoratori, soprattutto giovani, non riescono a trovare un impiego e la disoccupazione si moltiplica, esasperata anche dalla recente crisi economica, eppure molte aziende fanno fatica a trovare dipendenti. Se i ragazzi a casa, in Italia, sono attualmente circa il 30 per cento, anche per gli under 40 le cose non sembrano andare meglio ed è altrettanto sicuro che molte imprese che cercano una figura professionale particolare, hanno serie difficoltà a far firmare un contratto a qualcuno.
Buoni pasto: aziende indecise

Terremoto in Giappone: produzione ancora a rilento
Sembra calato il sipario quasi del tutto sul Giappone, eppure le cose non sono proprio completamente migliorate. Continuano ad esserci zone contaminate, case distrutte e, ovviamente, stabilimenti chiusi o che producono a rilento. Questo soprattutto nel settore automobilistico e, ancora di più, fotografico. Ecco perchè l’intero Paese è in ginocchio e il mondo intero rischia una crisi settoriale. Le aziende che producevano piccoli pezzi hanno dovuto chiudere e persino i più grandi brand di macchine fotografiche che sorgevano in loco e che hanno spostato la produzione all’estero, rischiano di avere dei disagi. Del resto, come è immaginabile le conseguenze della tragica calamità naturale, si faranno sentire nel breve e lungo termine e, nonostante gli sforzi, le cose torneranno come prima soltanto con il tempo.
Aziende: finanziamenti per le “quote rosa”
Donne che vorrebbero realizzarsi sul lavoro e, in moltissimi casi, sono costrette a guardare i colleghi maschietti, magari meno meritevoli, assumere il comando e prendere la poltrona più comoda. Ragazze talentuose che, obbligate a scegliere tra famiglia e impiego preferiscono un marito e i figli, ma rimpiangono per tutta la vita l’aver dovuto rinunciare ad una carriera perchè la società è ancora poco impegnata a proteggere il ruolo di maternità e impiego. Eppure forse qualcosa si muove e nei prossimi mesi, potrebbero arrivare dei fondi al sud per aiutare le “rappresentanti del sesso debole” a fare impresa o, almeno, a portare a casa uno stipendio a fine mese.
Carriera in azienda per i dipendenti con il nome breve
Le statistiche moderne parlano chiaro e danno sempre i medesimi risultati: sembra che coloro che hanno un nome breve, siano più propensi a fare carriera in azienda. Dell’indagine, già affrontata in passato, se ne è occupato ultimamente LinkedIn, il più popolato social network delle professioni, con 100 milioni di iscritti. Gli amministratori si sono occupati di stabilire i nomi più diffusi tra i Ceo, cioè le persone di spicco delle imprese a livello mondiale. Ebbene, sin da subito non ci sono stati dubbi.