Aziende e social network: quali sono quelle che li usano di più?

Una ricerca recente, portata avanti da OssCon, Centro di ricerca sui media e la comunicazione dell’Università Cattolica e Digital PR, ha dimostrato che sono almeno un centinaio le aziende di vario settore che comunicano e si sponsorizzano attraverso i principali social network. Vari i servizi che propongono e, in questo caso parliamo di banche, aziende automobilistiche, strutture dedicate al consumer electronics e così via dicendo. Ci si chiede in che modo e a quale velocità viene aggiornato il profilo su Facebook o Twitter tanto per fare un esempio e come riescono ad essere sempre vincenti sul mercato. I primi umeri ad essere resi noti sono quelli legati al settore “Consumer Electronics”, in merito in particolare alla produzione di consolle di gioco, cellulari, pc, tv, stampanti e fotocamere.

Le aziende in Gran Bretagna puntano sui professionisti ambientali

Un pò perchè sono cambiate le leggi e un pò perchè la coscienza ambientale, per fortuna, sta cominciando a contagiare un pò tutti, ma intanto nelle aziende si preferisce assumente dei professionisti del settore che nel lungo termine permettono pure di risparmiare ottenendo degli ottimi risultati. Questo accade soprattutto in Gran Bretagna dove tra le nuove figure più richieste all’interno delle imprese si trovano coloro che si occupano del settore green.

Bankitalia conferma: donne lavoratrici aiutano l’azienda

 In un momento in cui è necessario allontanarsi a grandi passi dalla recente crisi economica, l’aiuto di più lavoratori nelle imprese potrebbe essere indispensabile, se solo ci fosse molto budget. In particolare le donne sarebbero in grado di risollevare la sorte di aziende in crisi con la loro capacità di essere intuitive e creative nello stesso tempo e di riuscire a svolgere più ruoli nello stesso momento.

Sicurezza aziendale: Lazio, imprese e cantieri fuori norma

 No, nel Lazio la situazione regolarità non è tranquilla e la Città Eterna in particolare dovrebbe rivedere il suo piano sicurezza sul lavoro. Si perchè solo a Roma e provincia i controlli, soprattutto nei cantieri hanno evidenziato una situazione più che negativa. Su 255 luoghi visitati molti non erano a norma e costituivano circa l’83, 5 % di quelli controllari nella regione che raggiungono i 310. Esiste, poi, un 16,5 % che riguarda il resto della zona.

Aziende: la Lombardia guarda a Santo Domingo

L’Italia guarda all’estero per i suoi affari. Del resto non è la prima volta e adesso tocca alla Lombardia puntare occhio e capitali verso la Repubblica Dominicana. Ecco perchè da domani e fino al prossimo 24 giugno, saranno sei le imprese di settori diversi a spostarsi in tale tratto di mondo. Nell’area caraibica, quindi, giungeranno imprenditori esperti nei settori contract, arredo-design ed elettrotecnica.

Aziende e budget: il digitale costa troppo

Se una volta i cittadini erano piuttosto ignoranti in tema di innovazione e contenuti digitali, nel giro di una manciata di anni le cose sono cambiate. Abituati ad osservare interessanti geometrie multimediali hanno acquisito un ottimo gusto e la pretesa che ogni impresa possa offrire sempre di meglio, in questo senso. Voi stessi, quando vi ritrovate ad un convegno o ad un incontro pubblicitario, quanto ci rimanete male se vi forniscono i contenuti esclusivamente su formato cartaceo e un relatore parla solo con l’aiuto di una classica lavagna per gli schemi? Oggi tutto deve muoversi velocemente, seguire la tendenza  del digitale, ma la crisi economica ha di fatto bloccato un processo che era in continuo divenire, anche se i clienti, i normali fruitori, non sembrano volere sentire ragioni.

500 aziende Ue più redditizie? Solo 29 le italiane

 Non solo in America esistono delle aziende in grado davvero di restare in grande equilibrio sul mercato mondiale ed essere conosciute in ogni dove. Ci sono, infatti, delle imprese equivalenti, non per forza succursali, pure in Europa che addirittura superano i colleghi della Grande Mela e zone limitrofe, anche se di un solo punto. Andiamo a scoprire insieme quali sono:

Impianti Fotovoltaici in Sicilia e orologi che corrono

 La colpa potrebbe essere degli impianti fotovoltaici e, anzi, man mano che passano le ore gli studiosi ne sono sempre più certi. Le aziende che si occupano del settore, quindi, hanno tutte gli occhi puntati sullo stranissimo fenomeno che da una settimana interessa la Sicilia, soprattutto la zona di Catania. Sembra, infatti, che gli orologi vivano di una strana autonomia e che “decidano” all’improvviso di spostarsi di quindici o venti minuti. In un primo tempo si pensava all’Etna, ma dato che questo tipo di energie alternative, non sempre vanta una precisa regolazione, in rari casi potrebbe anche dare vita a fenomeni elettromagnetici di una certa rilevanza.

Scuola di impresa: a Palermo porte aperte per 2000 ragazzi

 Un impreditore non diventa una persona di successo per pura fortuna o esclusivamente per interessanti intuizioni: come in ogni cosa, infatti, dietro c’è uno studio profondo e continuo che, a lungo andare paga e regala alti guadagni. Ecco perchè le tecniche per mantenere viva e vitale una azienda, i giovani dovrebbero impararle sin da ragazzi e dagli anni della scuola. A Palermo, infatti, parte il primo progetto di questo tipo e 2000 studenti protranno prendere parte ad una manifestazione davvero unica nel suo genere quanto estremamente utile.

Batterio killer: le imprese denunciano 150 milioni di danni

 E’ una congiura contro il benessere delle aziende: nel momento in cui sembrano riprendersi, arriva sempre un imprevisto a peggiorare la situazione. Ecco che se la crisi economica sembrava alle spalle adesso arriva il batterio killer, a creare grossi danni alle imprese che si occupano del settore ortofrutticolo. Nei giorni scorsi si parlava di cetrioli pericolosi per l’infezione, poi si è passati ai germogli di soia e mentre in Germania, vero centro del problema, si alternano novità su abbassamento del contagio e altre morti sospette, le perdite si fanno sentire.

Aziende Sardegna e frodi alimentari

 Terra di sole e di mare e, purtroppo, pure di frodi alimentari. La Sardegna lo scorso anno di certo non si è fatta notare soltanto per il suo paradiso naturalistico. Sono circa 140 le aziende agroalimentari delle 1346 controllate risultate in qualche modo irregolari. Ben l’11 per cento delle strutture in pratica secondo quanto comunicato nelle scorse ore dall’ispettorato centrale della tutela della qualita’ e repressione frodi di prodotti alimentari (Icqrf).Quest’ultimo è un organo del ministero delle Politiche agricole che garantisce la corretta commercializzazione dei prodotti con una sede proprio a Sassari. Non che si tratti di un fenomeno isolato e relegato solo all’isola, però è chiaro che un risultato in negativo così fa scalpore.

Energie rinnovabili: le aziende investono

 Le energie rinnovabili, finalmente, potrebbero avere un futuro roseo e dopo anni di indecisione cominciano a muoversi spiragli di investimenti. Se i costi restano elevati, con il tempo si riesce ad ammortizzare la spesa e in più, dato da non sottovalutare, si rispetta anche l’ambiente ottenendo i medesimi risultati. A cominciare dai cittadini, attenti al loro futuro e a quello dei figli e interessati a queste potenzialità dal carattere inesauribile. Capita sempre più spesso, quindi, di vedere sui tetti degli impianti fotovoltaici per la produzione e il consumo in proprio di energia elettrica.

Azienda agricola tedesca causa del proliferare del batterio killer?

 La paura cresce in gran parte del globo e di fronte al panico, giustificato o esagerato, l’Italia è sempre in prima linea. I cetrioli killer sono snobbati, anche se adesso sembra che pericolosi siano solo i germogli di soia. In effetti si sta cercando in tutti i modi possibili di scoprire almeno come fermare il batterio killer e meglio ancora da dove si partito quello che sta diventando un problema di dimensioni sempre più vaste. La causa della diffusione del batterio E.coli potrebbe essere legata ad una azienda tedesca, della Bassa Sassonia.

Tasse imprese troppo alte: va meglio in Spagna

 Le aziende oggi più che mai rischiano il collasso anche a causa di tasse troppo alte: in Italia da questo punto di vista i costi sono esagerati, al contrario di quanto avviene ad esempio in Spagna. I guardagni infatti, vanno riversati con una tassazione effettiva complessiva al 58% dell’imponibile. Nel Paese iberico, invece, parliamo al massimo del 29 per cento. Lo conferma Confindustria che tenta da tempo di richiedere che la legge in materia cambi. Il fisco, infatti, non da tregua a chi pur lavorando onestamente ha scelto il Belpaese per i propri affari.