Strategie aziendali: il gioco delle parti di Google, RIM e Apple

di La redazione Commenta

 Ora che Google ha acquistato Motorola Mobility, lanciando apertamente la corsa alla leadership alla società di Steve Jobs, gli analisti si interrogano sul futuro di Research In Motion, l’azienda canadese nota in tutto il mondo per la produzione dei BlackBerry, e meno nota per aver realizzato anche i tablet PlayBook, che negli auspici della compagnia avrebbero dovuto ritagliare una quota di mercato significativa nel mercato delle tavolette.

Ciò che è noto è che Google ha completato il tassello della propria strategia andando ad acquistare, per 12,5 miliardi di dollari, la divisione di Motorola che le permetterà di poter combattere a (teoriche) armi pari contro Apple. RIM rischia così di trovarsi esposta al fuoco di entrambe le parti, visto e considerato che non appare poter disporre delle stesse carte in una ipotetica partita tra i tre competitors.

Anzi, a ben vedere l’acquisizione di Motorola Mobility da parte di Google rischia proprio di vedere la RIM come vittima principale, visto e considerato che la Research In Motion da tempo difende aspramente la propria posizione nel segmento imprenditoriale, rivolgendo la propria offerta soprattutto ai liberi professionisti e agli uomini d’affari, che tuttavia da stanno valutando altre opzioni, e che valuteranno senza alcun dubbio il connubio Google – Motorola.

Alcuni analisti di mercato si spingono addirittura oltre, sostenendo che la strada per la RIM sarebbe già segnata: per rimanere sul segmento della telefonia e dei tablet la società canadese avrebbe un’unica soluzione, quella di cercare un’alleanza con un big innovativo. I principali nomi potrebbero essere quelli di Dell, di Hewlett Packard, di Samsung Electronics o ancora della HTC Corp.

In attesa di ciò, gli investitori si fanno sempre più cauti quando si parla di RIM. A dimostrazione di ciò, il fatto che le azioni della compagnia hanno perso già il 53% da inizio anno ad oggi. Un segnale molto chiaro del cambiamento dei tempi, anche per il papà dei BlackBerry.

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