Strategie aziendali: quando far da soli è peggio

 Quanto accaduto tra Google e Apple nel corso degli ultimi giorni è una utile lezione su come, spesso e volentieri, per raggiungere più velocemente i propri obiettivi occorre costituire un network, specie se misto, che possa sfruttare sinergie strategiche, operative e finanziarie per conquistare la meta.

La meta di cui parliamo in questa occasione era rappresentata da un portafoglio di licenze e brevetti tecnologici piuttosto ambita, offerta dalla Nortel Network Corp., e sulla quale avevano messo gli occhi parecchi big del settore hi-tech, come ad esempio, appunto, Google e Apple.

Una azienda su tre in perdita dal 2005

 A partire dal 2005 e almeno fino al 2009 se non oltre, una azienda su tre nel Belpaese è stata in perdita. Adesso le cose cominciano a migliorare, ma non sono poche le imprese che non riescono a rimettersi in piedi e crollano miseramente lasciando a casa decine di dipendenti in crisi. Il dato in questione riguarda soprattutto il suolo fiorentino dove è stato condotto un recente sondaggio ed è stato confermato che solo nel 2009 si è registrato un calo medio del fatturato fino al 9 per cento. Se parliamo di redditività, ciò significa un calo del 20-22%. Ancora una volta, poi, si può dire che sono state le strutture più piccole a pagare il prezzo più alto ma è anche vero che si sono dimostrate forti e hanno proseguito per la loro strada meglio delle imprese più grandi.

Istat: calano le aziende agricole

 Ultimamente le notizie annunciate dall’Istat lasciano poco sperare e inoltre confermano come sia difficile uscire da un periodo di crisi che si è fatto strada, in effetti, nell’ultimo decennio. Più o meno dall’arrivo dell’euro, infatti, i portafogli degli abitanti del Belpaese hanno faticato sempre di più a riempirsi e il settore agricolo, in questo senso, non fa eccezione. Le aziende del settore secondo quanto reso noto dallo stesso istituto, che operano in giro per lo Stivale, hanno subito una diminuzione del 32 per cento che in ambito industriale è un dato piuttosto significativo.

Tablet aziendale, arriva il nuovo dispositivo di Cisco

 Manca poco meno di un mese al lancio del Cisco Cius, già ribattezzato uno dei principali candidati ad essere eletto il tablet aziendale di questa estate 2011. Il dispositivo è d’altronde prettamente pensato a chi deve lavorare in maniera molto professionale e ha nel contempo la necessità di spostarsi in giro per l’Italia e per il resto del mondo, offrendo al libero professionista e all’imprenditore tutti i principali strumenti a portata di mano.

Il Cisco Cius dovrebbe costare intorno ai 750 dollari e offrire – a tale cifra – tutto quanto un comune tablet può fornire, e anche qualcosa in più. Ad esempio, nel tablet sarà presente l’AppHQ, che permetterà al manager di poter gestire quali app poter scaricare sul dispositivo, limitando magari l’accesso solo a un recinto di applicativi desiderati, oppure estendere il novero di download all’intero mercato.

Piccole e medie imprese meno controlli

 Le piccole e medie imprese possono in questi mesi tirare finalmente un sospiro di sollievo perchè l’attenzione dell’Agenzia delle entrate è puntata altrove. Nessuna evasione è concessa ovviamente, ma la morsa entro la quale si trovavano le aziende di questo tipo negli scorsi mesi è adesso decisamente allentata. Questo significa solo che è cambiato il metodo, ma la “sostanza” resta la medesima. Questo perchè per combattere chi cerca di non pagare le tasse dovute bisognerà puntare innanzitutto sulle strutture più grandi. Ora, quindi, diminuiscono i controlli ma diventano più severi ed efficaci.

Imprese, italiani e lavoro: quasi la metà sono preoccupati

L’Italia fatica a riprendersi dopo la crisi che per un paio di anni ha peggiorato una situazione economica già di fondo precaria e adesso giovani e non, si preoccupano per il  proprio futuro lavorativo a rischio. Insomma nessuno può dirsi sicuro perchè chi ha un impiego teme di restare senza e chi non ce l’ha non riesce a trovarlo e si dispera. Il quadro generale è stato confermato da un’indagine su un campione di 800 lavoratori italiani condotta da Panel Data, un istituto di sondaggi di Padova.

Auto aziendali, innovazione elettrica per Sorgenia

 Nel nostro blog parliamo spesso e volentieri di auto aziendali, cercando – ove possibile – di soffermarci laddove i progetti di sviluppo ecocompatibile riescono ad arrivare. Oggi torniamo ad occuparci del comparto della mobilità aziendale, con un’iniziativa che coinvolge la Sorgenia e la Peugeot, in un accordo che speriamo che possa presto essere esteso anche ad altre grandi e piccole realtà industriali.

Martedì scorso, infatti, l’amministratore delegato di Sorgenia, Massimo Orlandi, ha avuto modo di metter mano su due auto elettriche di Peugeot, le iOn, direttamente dall’amministratore delegato del gruppo automobilistico, Olivier Mornet, in intesa di una partnership che dovrebbe gradualmente permettere a Sorgenia di abbattere il proprio impatto ambientale in tema di mobilità aziendale sulle quattro ruote.

Windows 8? Il 60 per cento delle aziende non molla XP

 E’ quasi pronto Windows 8 che arriverà nei prossimi mesi per la gioia degli appassionati del computer e anche di chi semplicemente cerca di ottenere sempre prestazioni maggiori e più veloci dal proprio pc. Se gli utenti sono sempre informatissimi e aspettano con ansia la novità per scoprire cosa c’è in più rispetto a Windows 7, le aziende che dovrebbero essere sempre al passo e all’avanguardia, invece, restano indietro. Si calcola che nel 60 per cento dei casi usino ancora XP. La tecnologia, del resto, corre troppo veloce e non tutte le imprese riescono a restare dietro alle novità nel settore dei telefonini, computer e sistemi operativi ma di certo dovrebbero aggiornarsi un pò.

Produzione castagne a rischio: aziende in crisi

 Le aziende che si occupano della raccolta, dello smistamento e della vendita delle castagne sono seriamente preoccupate perchè la prossima stagione sarà seriamente compromessa. Il rischio è piuttosto fondato in quanto uno dei punti di eccellenza della produzione agricola italiana  è stato attaccato da un insetto killer che arriva addirittura dalla Cina. Frutti gustosi, calorici ma dal sapore ottimo che si possono preparare in tanti modi e piacciono praticamente a tutti, rischiano stavolta di restare solo un miraggio.Si perchè il temibile parassita si è già pericolosamente insinuato pure da noi e ha attaccato gli alberi dimezzando la fioritura e la successiva maturazione delle castagne.

Finlandia: quartiere eco-sostenibile realizzato da azienda italiana

 Presto nella fredda ma bellissima Finlandia, sempre attenta all’ambiente, nascerà un quartiere eco-sostenibile e i lavori sono stati affidati ad una società torinese. Le tecniche usate quindi rispetteranno la tradizione del Made in Italy. Si comincerà nel 2013, quando saranno avviati i lavori per riqualificare un’area larga ben 23mila metri quadrati, nell’area limitrofa al porto di Helsinki. A lanciare questo progetto, è stata l’azienda Sitra, che si occupa di innovazione e avrà il nome di Low2No (sigla inglese che sta per “Da poco a niente”). E’ nell’intenzione dei locali, quindi, dare vita a delle strutture che siano non solo a basso impatto ambientale, ma adatte a soddisfare il più possibile le esigenze degli abitanti.

Comunicazione aziendale e social network: minori a rischio

 I social network fanno parte di organizzazioni aziendali di proporzioni enormi, con uffici dislocati nel mondo e con settori mirati per la comunicazione e il marketing. Delle vere e proprie imprese che seppure non vendono un prodotto in quanto gratuito, sponsorizzano non solo una idea ma un vero e proprio stile di vita. Eppure in questa complessa struttura lavorativa a ragnatela, c’è un falla, molto pericolosa: la tutela dei minori. Questi ultimi, infatti, non sono protetti a dovere, come conferma anche la Commissione Ue che ha invitato coloro che stanno dietro a queste enormi macchine in grado di collegare in tempo reale milioni di utenti, a cambiare velocemente questo stato di cose.

Aziende straniere in crescita in Italia

La situazione delle imprese italiane nel Belpaese? Resta precaria dopo la crisi economica, ma quel che è certo è che, invece, a godere di ottima salute da noi sono le aziende straniere. Il loro numero cresce costantemente e in modo esponenziale, tanto che a partire dal 2005 e fino allo scorso anno, quindi in circa 5 anni, le strutture a conduzione straniera hanno vissuto una incredibile primavera e proprio quando gli abitanti dello Stivale faticavano ad arrivare a fine mese a causa della recessione.

Produzione e dipendenti: spesso orari di lavoro disumani

 Le grandi aziende, quelle stesse che producono oggetti di fama mondiale, sono spesso nell’occhio del ciclone perchè non rispetterebbero i dipendenti. Non stiamo parlando di piccole e medie strutture, ma di quelle imprese di respiro mondiale che tutti i giorni sfornano sul mercato gioiellini di natura telefonica o tecnologica, ai quali nessuno ormai sa più rinunciare. Già da mesi, ad esempio, circola la voce che costosi beni di consumo come ad esempio l’iPad 2, sono frutto di disumane condizioni di lavoro. A balzare agli onori della cronaca tutti i brand del settore, ma da tempo ormai si parla anche di Apple, che se da un lato viene elogiataper la completezza dei suoi prodotti e per la cura dei dettagli, tanto da aver battuto anche Google in quanto a successo, dall’altro non vive certo un buon momento.

Crisi aziendale: il flop della Saab

 Negli scorsi giorni il quotidiano La Repubblica ha avuto modo di interessarsi al caso Saab. La società automobilistica svedese, che non troppo tempo fa era sinonimo di produzione di auto di lusso e di elevata qualità, con un successo internazionale diffuso nel vecchio Continente e negli Stati Uniti, oggi è infatti in preda a una consolidata crisi, che potrebbe condurla addirittura verso una procedura fallimentare.

La società svedese, in piena crisi aziendale, ha infatti dichiarato di non avere liquidità necessaria per pagare gli stipendi dei propri operai e dei propri impiegati. Gli impianti di produzione invece continuano a rimanere chiusi, in rispetto di una cessazione temporanea delle attività produttive che dovrebbe perdurare fino al 4 luglio. Una data che, tuttavia, potrebbe essere inutile da raggiungere, se la chiusura definitiva dovesse essere deliberata prima.