L’Italia sembra non essere da tempo un buon mercato per investire e moltissime grandi aziende cominciano a guardarsi intorno. E’ vero, la crisi economica ha reso a livello globale quasi tutte le aree un tempo puntate con grande interesse poco convenienti, ma fuori dai confini nazionali sembrano esserci dei parametri di vendita, di marketing e di distribuzione che possono ancora fare la differenza. Certo non bisogna mai perdere di vista la crisi internazionale e le conseguenti ricadute sull’economia ma il tessuto produttivo ha l’urgenza di essere rilanciato prima che sia troppo tardi. Sono eccessive le ditte fallite negli ultimi tempi e chi può ancora farlo, cerca di salvarsi.
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Telecom: 1 miliardo per i ‘supercellulari’
Le nuove frequenze necessarie alla realizzazione del reti di quarta generazioni per la telefonia cellulare e l’offerta di nuovi servizi sono al centro delle prossime strategie di Telecom, con ingenti investimenti.
Nel corso del recente Workshop Ambrosetti di Cernobbio, Marco Patuano, ad della compagnia ha annunciato che difficilmente l’investimento di Telecom sarà inferiore al miliardo di euro: la modifica nei piani strategici della società è radicale, si pensa che inizialmente l’esborso era stato stimato in circa 600 milioni di euro.
Apple dichiara guerra ad azienda cinese per il logo
Tutti copiano Apple o almeno questa sembrerebbe la tendenza di una azienda che va da anni sempre più forte e ora si trova in testa alle classifiche che evidenziano l’indice di gradimento a livello mondiale.Dopo aver ottenuto più di un successo in tal senso nel recente passato in merito alla “copiatura” di brevetti, adesso dichiara letteralmente guerra ad una ditta cinese che avrebbe scelto un logo troppo simile al suo. Tanto per non farsi mancare qualche altra denuncia, adesso avrebbe segnalato una impresa alimentare, la Sichuan Fangguo Food, per aver rubato il disegno del colosso di Cupertino.
Fiat e Termini Imerese: cinque aziende sono state selezionate
Fino a qualche anno fa a Palermo e in particolare in provincia, chi riusciva ad essere assunto all’interno della Fiat di Termini Imerese, aveva dato una svolta alla propria vita. In una regione in cui la crisi economica in fondo c’è sempre stata e gli stipendi spesso venivano ritardati, a fine mese si riceveva quanto dovuto per un lavoro in qualche modo prestigioso. Nessuno poteva, quindi, immaginare che sarebbero giunti giorni tristi di cassa integrazione, di licenziamenti e di riconversione della stessa impresa.
Aziende in crisi: cala la fertilità bovina
Una tendenza che in realtà si fa notare da anni ma ora ha raggiunto il suo culmine e in un periodo di crisi economica, questo rischia di gettare veramente nello sconforto molte aziende italiane. E’ calata parecchio, infatti, la fertilità delle bovine di razza Frisona e da quando il cambiamento si è notato, purtroppo, non si è riuscito a fare molto per fermare le perdite in termini economiche e per aiutare questi animali. Gli allevatori cercano invano la soluzione nelle loro stalle ma molto dipende dalla genetica e dalla produzione esagerata di latte sia per qualità che per quantità. Il reddito delle imprese dunque cala e non si preveere nulla di buono per il futuro.
Dalla Svizzera all’Italia: le imprese emigrano
Una sorta di scambio equo, quello che ha visto per molti anni le aziende italiane trasferirsi fuori dai confini nazionali, magari in Svizzera e che adesso porta le imprese del Canton Ticino con un budget non troppo limitato a preferire, invece, l’Italia e la zona euro. Colpa del franco troppo caro che però un tempo non era un problema quando questo Paese era considerato un paradiso con controlli limitati e possibilità maggiori. Questo soprattutto negli anni tra il 1999 e il 2007, ma ora finita l’era del fisco leggero e dalla burocrazia inesistente, in tempi di crisi economica, emergono ben altri problemi. Se in passato qui sono arrivate ben 151 società del Belpaese, al contrario adesso la corsa del franco arresta tale tendenza e come un boomerang produce l’effetto contrario.
Grandi imprese: cala l’occupazione
L’occupazione è in calo e in effetti non è una grande novità, visto che tanto per non farci distrarre nemmeno un attimo ovunque viene ripetuta tale maledetta frase e poi non c’è il rischio di non accorgersene visto che i licenziamenti sono all’ordine del giorno e si calcola che aumenteranno considerevolmente quest’anno. Nelle grandi imprese, però, si è assistito ad una diminuzione in tal senso dello 0,1% rispetto a maggio e dello 0,6% rispetto a giugno 2010. A fornire queste notizie sempre molto precise quanto per certi versi sconfortanti, è stato l’Istat spiegando che il dato è al lordo della cassa integrazione. Se invece ci soffermiamo al netto della cig l’occupazione complessiva nelle imprese che vantano la presenza di più di 500 dipendenti è rimasta invariata rispetto a maggio ed è diminuita dello 0,2% rispetto a giugno 2010. In pratica sono stati persi lo 0,1% dei posti rispetto a maggio e l’1,2% rispetto a giugno 2010. Numeri che non sempre danno l’idea della gravità della situazione se non quando giorno dopo giorno si vedono sempre più portoni sbarrati e strutture in fallimento.
Legge sullo stress: molte aziende non aiutano i lavoratori

Lavoro: a luglio 2011 stop alle retribuzioni
Se a luglio le temperature all’esterno in Italia sono state estremamente calde, il gelo e la tempesta gli abitanti del Belpaese, almeno gran parte di essi, lo hanno sentito nel cuore ben sapendo che la crisi economica non è affatto passata. Le retribuzioni contrattuali orarie sono rimaste bloccate se messe in confronto con il passato non lasciando scorgere all’orizzonte nulla di buono. Rispetto a giugno il cambiamento c’è stato ma non in positivo, mentre è stato segnato un incremento dell’1,7% rispetto a luglio 2010.
India: a ripulire il Gange ci pensano le aziende italiane
Il Gange va bonificato e l’India per questa delicata operazione ha bisogno dell’aiuto di un gruppo di aziende italiane. La notizia è stata resa nota dalle fonti diplomatiche dell’Ambasciata italiana di Nuova Dehli. E’ stato il governo indiano a richiedere la competenza del Belpaese per migliorare la situazione di un corso d’acqua noto in tutto il mondo e dalla valenza sacra. In più è stata accettata la consulenza di Eti Dynamics, societa’ inglese specializzata nei mercati emergenti e ad alta crescita, che potrà in breve tempo riqualificare un fiume che è fondamentale nella vita di ogni indiano.
Aziende e manifatturiero: i conti non sono in rosso
Se la crisi economica spazza via come un’onda anomala qualunque forma di benessere e il budget a disposizione, non è così per fortuna per tutti i settori e pur non navigando nell’oro migliora la situazione, ad esempio, del manifatturiero. Del resto si è sempre saputo mantenere piuttosto in equilibrio in un mercato perennemente in negativo ormai, ma adesso sembra che il pericolo conti in rosso sia del tutto scongiurato, almeno per un pò.
Aziende in Italia: aumentano quelle cinesi
Nel Veneto ma più in generale in tutta Italia da qualche anno la tendenza è sempre quella: diminuiscono le aziende italiane che chiudono per fallimento e aumentano quelle cinesi. In particolare, da una manciata di mesi a monitorare la situazione ci pensa soprattutto la Cgia di Mestre, l’associazione dei piccoli artigiani della regione e i dati sono più che sconfortanti. Con le analisi effettuate ultimamente viene resa nota una realtà che in fondo è sotto gli occhi di tutti ma in pochi immaginano quanto il fenomeno si stia veramente sviluppando a macchia d’olio. Tuttavia buona parte dei lavoratori dagli occhi a mandorla lavorano in nero o comunque la loro situazione impiegatizia non viene pubblicizzata, per cui è molto difficile fare delle stime precise. Secondo la Cgia, comunque, le imprese italiane rispetto al 2009 sono diminuite dello 0,4% quelle cinesi sono aumentate dell’8,5%.
Imprese in Italia: cala la manodopera straniera
Il lavoro in Italia continua a mancare: è pagato meno del dovuto e costringe giovani e non, ad accontentarsi di ciò che il mercato offre. Allora il dito è puntato tutto contro gli stranieri che giunti nel Belpaese con grandi difficoltà, pur di guadagnare del denaro onestamente accettano paghe estremamente base bloccando chi già nello Stivale fa fatica ad arrivare a fine mese. Eppure qualcosa ultimamente sembra essere cambiata e potrebbero non essere più così tanti coloro che vengono preferiti dai datori di lavoro che possono ottenere lavoratori e risparmiare. Non sempre il titolo di studio e la competenza sono uguali, però nella maggior parte dei casi, si può anche chiudere un occhio in onore del tanto sospirato guadagno.
Aziende: autunno nero per l’occupazione
Lo hanno già annunciato telegiornali e riviste a tema: questo sarà un autunno nero per l’occupazione e, anche se sembra incredibile perchè moltissimi sono già senza lavoro, tanti altri lo resteranno. C’è poco da stare tranquilli insomma, ma non bisogna arrendersi anche perchè sembra che il problema continuo dell’impiego che non c’è stia, anche se a passi piccolissimi, rientrando. Il saldo totale per le aziende con almeno un dipendente, tuttavia, mostrerà ancora un segno negativo e parliamo di circa 1,5 milioni di imprese. A piangerne le conseguenze maggiori sono purtroppo le piccole strutture, mentre restano aperte e combattono bene la crisi economica quelle più grandi, ma non sempre.