Legge sullo stress: molte aziende non aiutano i lavoratori

di La redazione Commenta

Stanchezza esagerata, troppe responsabilità, eccessivo carico di mansioni ed ecco che il crollo psicologico è dietro l’angolo.Un problema tutt’altro che irrilevante che però per troppo tempo non è stato preso in considerazione. Adesso dunque qualcosa si è mosso e da qualche tempo è arrivata una legge sullo stress dei lavoratori che dovrebbe maggiormente tutelarli e pensare alla loro salute. Se è vero, però, che come si suol dire fatta la legge trovato l’inganno è sicuro che moltissime imprese non tengono conto di tale norma e per gli impiegati non rimane altro che sopportare o ribellarsi, a rischio di perdere il lavoro. Una prospettiva tutt’altro che tranquillizzante in un periodo di crisi.
A tutto questo si aggiunge pure il rientro dalle vacanze che deprime anche seriamente un lavoratore su due e ovviamente a pagarne le conseguenze è il settore produttivo. Quella che resta, quindi, in tutto e per tutto una legge fantasma era nata per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori e si trattava di un decreto legislativo che tutt’ora obbliga il datore di lavoro a tenere sotto controllo i rischi oggettivi causati dallo stress che sopporta chi si trova all’interno dell’azienda.
Secondo quanto hanno fatto sapere al settore Adnkronos Salute dal dipartimento di prevenzione dell’Asl Roma H:“Possiamo stimare che solo il 20% delle piccole e medie imprese italiane ha in corso oggi l’adempimento, anche se la legge prevedeva come termine ultimo il 31 dicembre 2010. Ma anche i controlli delle Asl latitano: solo nel 50% delle ispezioni viene chiesto al datore di lavoro l’attestazione della valutazione dello stress”. L’Italia con il decreto legislativo 81/08, meglio noto come Testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (Tusl), ha raggiunto gli standard europei ma va rispettato e seguito alla lettera, cosa che fino ad oggi, invece, non è quasi mai avvenuto.

 

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