Imprese: sono troppe quelle che legano l’Italia alla Libia

di La redazione Commenta

E’ comunque una situazione molto delicata quella che sta attraversando, non solo la Libia dove da un paio di giorni è scoppiata una vera e propria guerra, ma anche l’Italia, divisa a metà tra “nazioni amiche” e interessi importanti nel territorio nordafricano. Il governo sta tentando di aiutare i civili a sperare in un futuro migliore, ma sono tante, troppe, le aziende aperte in loco e comunque legate allo Stivale, per cui un rischio anche pesante a livello economico non è da escludere. Intanto si dichiara a pieno titolo disposta a partecipare alla gestione del dopo-Gheddafi.L’asse Roma-Tripoli è strettamente connessa da sempre e in entrambi i lati da anni viaggiano, informazioni, progetti, denaro e rapporti diplomatici. Per tutti la convenienza è grande e le opportunità di sviluppo pure.

I legami economici sono andati bel oltre la vicinanza geografica, fornendoci moltissime materie prime a partire dal gas. Per non parlare delle imprese che ci legano che sono fondamentalmente:

  • Eni, principale operatore internazionale nell’estrazione del petrolio e del gas nel paese nordafricano.Al momento preoccupa un problema diretto sul fatturato del gruppo e anche il timore generale del balzo del prezzo del petrolio, in particolare per l’attività di raffinazione.
  • Unicredit: nell’occhio del ciclone da tempo la partecipazione libica nella banca di Piazza Cordusio. Tra gli azionisti, infatti, ci sono la Central Bank of Libya e Libyan Investment Authority.
  • Finmeccanica: di cui Lybian Investment Authority detiene una quota del 2,01 per cento.
  • Impregilo:molti i suoi progetti a breve termine come la Conference hall di Tripoli; la realizzazione di tre poli universitari e la progettazione e realizzazione di lavori infrastrutturali e di opere di urbanizzazione nelle città di Tripoli e Misurata.
  • Autostrada dell’Amicizia: chiesta dal colonnello Gheddafi come riparazione per i danni subiti nel periodo coloniale.
  • Juventus: con una presenza ormai storica della Libia, così come in altre aziende come Telecom e Alitalia, Edison e Grimaldi, Visa e Saipem.

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