Imprenditrici straniere: in Italia quasi 100mila

di La redazione Commenta

 Sono quasi 100mila in Italia le imprenditrici straniere che con una idea vincente e grande intuizione, sono riuscite velocemente a farsi strada anche lontano dal proprio Paese. Questo dato dimostra, inoltre, che le esponeneti del sesso femminile, dopo qualche periodo di sconforto, sono riuscite a superare la crisi economica e la mentalità di una società ancora prettamente maschilista con una formula personale e in grado di dare veloci risultati. Mettersi in proprio è stata la mossa giusta e, comunque, sono in continuo aumento agevolazioni e prestiti per tale tipo di attività. A fornire dati e certezze sulla nuova situazione è stato l’Osservatorio sull’imprenditoria femminile di Confcommercio e Censis. Le ragazze in questione sono tutte giovani e in gran parte cinesi, impiegate per il 70 per cento nel terziario.


In questo senso, si può dire che l’area più multietnica è il Centro Italia con un vero e proprio esercito di donne  che come mestiere svolgono quello di colf o di badanti. A livello di numeri, possiamo confermare che le imprenditrici straniere nel nostro Paese sono 98.294. Il 70% è nel terziario, il 13,5% nei settori del noleggio e delle agenzie viaggio, il 15% nel commercio e nella ristorazione. Solo le lavoratrici con gli occhi a mandorla sono il 15,8%, seguite con qualche punto di distanza da romene (7,6%), svizzere (7,3%), marocchine (6,7%) e tedesche (6,3%).

Nel terziario in merito all’imprenditoria femminile, è boom di presenze con 73.861 imprenditrici attive. In particolare, ecco un quadro generale nei vari settori: +3,7% in agricoltura, +5,8% nell’industria. Nei servizi sono cresciute del 6,5% in due anni (2009-2010). Rispetto alle italiane, circa l’80% ha meno di 50 anni, il 67% è tra i 30 e i 49 anni, il 13,1% ha meno di 29 anni. Dove sono concentrate queste lavoratrici tutte orientate verso la carriera? Soprattutto nel Centro Italia, Teramo e Trieste le province che hanno il rapporto più alto sul totale delle imprenditrici del terziario e Milano e Roma sono tra le prime dieci città interessate dal fenomeno.

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