Flotte aziendali, migliora lo scenario 2011

di La redazione Commenta

 Contrariamente all’andamento generale del mercato automotive, che nei primi cinque mesi dell’anno ha mostrato una flessione più o meno significativa (e altrettanto attendibile), il segmento delle auto aziendali riesce, nel corso dei questa prima parte dell’anno, a muoversi in ampia controtendenza, generando qualche spiraglio di ottimismo circa la possibilità di concludere con saldo positivo l’esercizio in svolgimento.

Mentre infatti i dati relativi al mercato complessivo delle quattro ruote sembrano essere tutt’altro che positivi per quanto concerne le vendite a privati, le immatricolazioni a imprese e società di auto aziendali hanno fatto riscontrare un significativo recupero, e questo sia per quanto concerne le auto a noleggio, sia per quanto riguarda invece le auto oggetto di compravendita intestata a una persona giuridica.

Insomma, sembra che il momento delle flotte aziendali sia caratterizzato da una vera e propria riscossa. È d’altronde ben noto come la prima parte dello scorso anno sia stata contraddistinta da una buona spinta delle vendite delle auto ai privati grazie alla presenza degli incentivi che hanno costituito determinante di stimolo per il mercato delle quattro ruote, mentre le flotte aziendali, che all’epoca avevano rinviato le sostituzioni, solo ora riescono a respirare.

Il Centro Studi Auto Aziendali di Auto Magazine rivela in proposito che durante il primo trimestre del nuovo anno il parco auto delle flotte aziendali è rimasto più o meno lo stesso per metà delle imprese, mentre per una percentuale pari al 35% è aumentato. Minoritaria, e pari al 15%, la quota di quelle aziende che hanno invece assistito a una riduzione della propria flotta di auto ad utilizzo aziendale.

Per quanto concerne il futuro, è probabile che il saldo a breve termine possa svilupparsi in maniera positiva, anche se diversi margini di negatività continueranno a persistere, soprattutto in alcuni settori industriali che più di altri sembrano soffrire questa parte della crisi.

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