Cina cara: le aziende italiane puntano alle Filippine

di La redazione Commenta

 Occhi puntati sull’Asia per gli affari, ma se la Cina appare troppo cara e poco conveniente, poco male si guarda al mercato delle Filippine. Del resto, i dati ufficiali di Pechino sull’inflazione parlano di un superamento del 5% annuo ma c’è ancora di più. A questo si aggiunge il problema della difficoltà a reperire i manager e la manodopera. Questo perchè lo stesso Paese dagli occhi a mandorla per evitare fughe di massa di lavoratori, sta pensando bene di aumentare i salari in modo che tutti possano decidere di restare nella propria terra vicino ai propri cari.

Si parla di un provvedimento che prenderanno, più o meno, il 75 per cento delle imprese e, quindi, la parola a tal proposito passa a Marc van de Chjis, chief executive di Spil Games Asia (una società che produce giochi di società online):”Il problema, a Shanghai, è che la vita è diventata troppo cara. Io ho avuto diversi dirigenti che hanno scelto di trasferirsi altrove perché qui non ce la fanno più”.

Insomma in una azienda appena una persona capisce il meccanismo va via ed è necessario fare in modo che resti e non usi le conoscenze acquisite altrove. Lo stesso accade per quel che concerne le fabbriche. Attualmente le condizioni di vita locali, però, non sono buone e molti vengono da province interne che distano migliaia di chilometri. Allora dall’estero per gli investimeti ci si è spostati prima sul Vietnam e ora  soprattutto sulle Filippine.Qui il costo del lavoro è leggermente superiore al Vietnam ma per tutto il resto funziona esattamente al contrario. La conferma in merito arriva pure da Charles Mills, chairman di un’altra società di executive search in Asia (Chalré associates):”si trovano più facilmente, sono meno cari, hanno maggiore esperienza internazionale, tendono alla stabilità se soltanto trovano una collocazione soddisfacente e soprattutto conoscono bene l’inglese”.

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