Aziende in rosa, per fare uscire l’Italia dalla crisi

di La redazione Commenta

 Le donne oggi desiderano più che mai raggiungere il giusto successo dopo una carriera lavorativa sempre in salita, nonostante evidente talento. E’ chiaro che non tutte le esponenti del sesso femminile vantano una mente da genio e felici intuizioni, ma la regola vale per buona parte di esse che tutt’ora fanno fatica a farsi largo in una società comunque maschilista. Se il Paese invecchia perchè per impegnarsi duramente il proprio lavoro si rimanda il più possibile il momento di fare figli, è altrettanto sicuro che affidabilità, precisione e capacità di svolgere più compiti sono qualità presenti in una ragazza di solito. L’aumento costante di aziende in rosa, dunque, potrebbe davvero fare uscire il Paese dalla crisi ma occorrono ancora agevolazioni e situazioni che possano incrementare una positiva tendenza.

A guidare la classifica, tra le regioni che guidano l’esercito delle imprenditrici agguerritissime per conquistarsi una larga fetta di mercato, c’è la Toscana ma piano piano anche il resto dello Stivale potrebbe essere conquistato in questo senso. Dopo anni di poltrone affidate ai colleghi uomini, non sempre solo a merito e di difficoltà a vivere con serenità la gravidanza, è ora di prendere la situazione in mano e di gestire una impresa con idee che tra l’altro risultano essere quasi sempre vincenti.

Non si tratta di un elogio gratuito, ma le cifre raccolte da tutti i recenti studi sull’imprenditoria in rosa parlano chiaro: “l’altra metà del cielo” conquista risultati più velocemente, fa girare l’economia e in un periodo ancora critico può probabilmente migliorare la situazione nello Stivale. Se molte donne con maggiori disponibilità e coraggio hanno già aperto la propria struttura, parecchie altre hanno già tante idee ma aspettano l’occasione per poterle mettere in pratica e non è facile immaginare quali siano gli scenari per il futuro, ma di certo la situazione è in crescita e in totale evoluzione. Un piccolo piacevole terremoto, dopo il trambusto della recessione.

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