Sembra calato il sipario quasi del tutto sul Giappone, eppure le cose non sono proprio completamente migliorate. Continuano ad esserci zone contaminate, case distrutte e, ovviamente, stabilimenti chiusi o che producono a rilento. Questo soprattutto nel settore automobilistico e, ancora di più, fotografico. Ecco perchè l’intero Paese è in ginocchio e il mondo intero rischia una crisi settoriale. Le aziende che producevano piccoli pezzi hanno dovuto chiudere e persino i più grandi brand di macchine fotografiche che sorgevano in loco e che hanno spostato la produzione all’estero, rischiano di avere dei disagi. Del resto, come è immaginabile le conseguenze della tragica calamità naturale, si faranno sentire nel breve e lungo termine e, nonostante gli sforzi, le cose torneranno come prima soltanto con il tempo.
Le aziende e in generale il tessuto industriale nipponico sono stati colpiti gravemente ma non a morte e il cuore pulsante riprenderà a battere, con lentezza, ma di sicuro come prima. Se parliamo, in particolare, di fotografia possiamo dire che nessun Paese più del Giappone possiede stabilimenti di produzione dei pezzi e le sostituzioni o riparazioni, soprattutto e non soltanto la produzione rischiano di muoversi a passo di lumaca. All’estero, poi, senza nuove consegne le scorte scarseggiano.
Come ha anche annunciato in una nota il Canon Professional Service statunitense per gli utenti potrebbero sorgere dei disagi nei prossimi tempi. Tuttavia, ha anche assicurato che ogni problema sarà risolto nel miglior modo possibile e con tempi limitati, in modo compatibile con le esigenze dei professionisti e di chi lavora ogni giorno nel settore. Aziende ed imprese, quindi, devono prepararsi ad una dura battaglia, ancora peggiore forse di quella che hanno già combattuto in queste settimane.La nota comunque, ha carattere prettamente preventivo e precauzionale, ma tutto il comparto produttivo, al momento, si regge su delicati equilibri che potrebbero da un momento all’altro venire stravolti.