Aziende e lavoro: va male in Abruzzo, Molise e Umbria

di La redazione Commenta

I nuovi dati Istat elaborati dal Centro Studi di Confartigianato sull’andamento dell’occupazione relativa all’anno 2010, confermano ancora una volta che al Sud il lavoro diminuisce sensibilmente. Cresce, invece, la disoccupazione e a pagare il prezzo più alto sono sempre i giovani. I ragazzi che arricchiscono di talento e preparazione il Belpaese sono ricercatori, laureati con ottimi voti che hanno difficoltà ad accedere nel  mondo dell’impiego e che non intravedono alcuno spiraglio per il futuro. Stessa sorta tocca anche a chi ha superato i 30 anni.

Nel centro sud è presente la maggior parte di precari, circa il 56 per cento. In due anni, poi i più grandi, tra i 25 e i 54 anni, hanno perso il loro posto di lavoro con un incremento dei disoccupati del 6, 2% con 353mila unità in più, di cui 15mila abruzzesi. Proprio in Abruzzo, Molise e Umbria, infatti, la situazione più disastrosa.

La maglia nera, comunque, soprattutto al Molise con un 18,2 per cento. In controtendenza, invece, l’Aquila con un calo dei precari dello 0,8%. A seguire Teramo (-2, 7%), Pescara (-3, 5%) e  Chieti (-3, 6%). Lo studio è di Confartigianato sulla disoccupazione giovanile (15-24 anni) che ha mostrato solo qualche segno positivo a febbraio scorso. In effetti, comunque, la cifra è stabile rispetto allo stesso periodo del 2010, quando la stragrande maggioranza dei giovani dello Stivale cercava lavoro. Come ha sottolineato Angelo Taffo, presidente della confederazione degli artigiani: “La difficoltà di accesso al mercato del lavoro rappresenta una difficoltà non trascurabile, nonostante il lieve miglioramento. La crisi economica si è abbattuta soprattutto sui giovani, un popolo di precari ai quali dobbiamo restituire un futuro. Al governo regionale chiediamo di tendere una mano alle pmi e di mettere tra le priorità dell’agenda politica l’istituzione formale di un tavolo tecnico per individuare e definire  un programma organico e condiviso di interventi che garantiscano sia il mantenimento dei livelli occupazionali, sia l’accesso al mercato del lavoro di molti giovani abruzzesi”. L’Abruzzo è attualmente, la quinta regione di Italia per crescita di disoccupazione.

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