Produzione e dipendenti: spesso orari di lavoro disumani

di La redazione Commenta

 Le grandi aziende, quelle stesse che producono oggetti di fama mondiale, sono spesso nell’occhio del ciclone perchè non rispetterebbero i dipendenti. Non stiamo parlando di piccole e medie strutture, ma di quelle imprese di respiro mondiale che tutti i giorni sfornano sul mercato gioiellini di natura telefonica o tecnologica, ai quali nessuno ormai sa più rinunciare. Già da mesi, ad esempio, circola la voce che costosi beni di consumo come ad esempio l’iPad 2, sono frutto di disumane condizioni di lavoro. A balzare agli onori della cronaca tutti i brand del settore, ma da tempo ormai si parla anche di Apple, che se da un lato viene elogiataper la completezza dei suoi prodotti e per la cura dei dettagli, tanto da aver battuto anche Google in quanto a successo, dall’altro non vive certo un buon momento.

Nonostante più di una volta abbia fatto finta di niente, la sua immagine comincia a risentirne. Del resto le notizie arrivano dalla Cina e soprattutto dalla fabbrica Foxconn di Shenzen, nota per la produzione dell’iPad, dove già se ne parla da fine maggio. Ma non si tratterebbe dell’unico caso. Persino in Italia si continua a ripetere da decenni che la perfezione degli oggetti realizzati dagli abitanti del Paese dagli occhi a mandorla, in grado di copiare qualunque cosa, sia dovuta a lavoro continuo e massacrante. In qualche caso, sarebbero coinvolti anche dei bambini. Lungi da noi sollevare qualunque accusa senza avere in mano le adeguate certezze, ci limitiamo a riportare quanto in voce ufficiosa si continua a sentire da anni.

C’è da sottolineare che magari qualcosa di vero può esserci, ma un mercato in continua espansione come quello cinese, in grado di mettere in ginocchio mezzo mondo perchè realizza tutto ad un minor costo, a volte può “pestare” i piedi a qualcuno e potrebbe dare fastidio. Quello che si spera è che siano grossi pettegolezzi aziendali su scala mondiale, soprattutto per quel che concerne imprese come la Apple e che il rispetto per i dipendenti, dovunque, anche qui, non sia in discussione.

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