Certificazione ambientale anche per il settore idroelettrico

di La redazione Commenta

La certificazione ambientale è un elemento sempre più importante non solo a livello aziendale, ma soprattutto per il rispetto e la salute di tutti. Per questo comincia, piano piano, ad allargarsi pure ad altri settori, non ultimo a quello legato all’energia idroelettrica. Si tratta del marchio del progetto Ch2oice, finanziato dal programma comunitario Intelligent Energy Europe che da ora in poi servirà per identificare gli impianti che producono elettricità senza danneggiare gli ecosistemi fluviali. Insomma, un grosso passo avanti di cui tenere conto e che, si spera interesserà sempre più imprese.

In realtà, questo tipo di iniziativa ha preso il via tre anni fa, ma da allora sono stati condotti una serie di test, prima che potesse diventare una realtà. Nello specifico, quindi, sono stati portati avanti diversi studi nei due paesi promotori, Italia e Slovenia, coinvolgendo quattro centrali in Trentino Alto-Adige e Veneto e altrettante nei Balcani. A parlare di questa novità, è stato in particolare Andrea Goltara, direttore del Centro italiano per la riqualificazione fluviale (Cirf) che ha ribadito all’Adnkronos: “l’obiettivo della certificazione Ch2oice è misurare l’impatto ambientale delle centrali idroelettriche, assicurando che la loro attività segua la direttiva sulle acque 2000/60, che prevede di raggiungere un “buono” stato ecologico dei bacini idrici entro il 2015″. Un pericolo non indifferente potrebbe essere costituito dall’alterazione dei corsi fluviali e della loro portata, oltre ai possibili danni agli ecosistemi acquatici. In tal modo animali e piante perderebbero pure il loro habitat naturale.

Il monitoraggio avviene grazie a due comitati, uno scientifico e uno di garanzia, il Cirf, l’associazione dei produttori di energia rinnovabile (Aper), l’ente di ricerca del Gse, Legambiente e Wwf. La certificazione, inoltre, sarà gestita da Ambiente Italia con la fondazione Reef Onlus, che già diffonde il marchio 100% Energia verde.Una soluzione che arriva al momento giusto, soprattutto se si pensa che che circa il 70% dell’energia rinnovabile europea proviene da impianti idroelettrici; in Italia, più del 16% della produzione elettrica è garantita da queste centrali.

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